Rosaria Lo Russo (Florencia, 1964)
Parole chiave:
poesía, Rosaria Lo RussoAbstract
Rosaria Lo Russo se presenta como “poetriz”, neologismo cuya crasis funde poeta y actriz y constituye una alternativa creativa y significante a la definición de poetisa, percibida como descalificante por muchas autoras, desde los años setenta. Poetriz es quien vive e interpreta la poesía (suya y de otros) como una partitura para la fonetización, a través del uso del instrumento de la voz. Lo Russo empezó esa práctica a finales de los años ochenta, tanto con sus propios versos, como con aquellos de los más grandes poetas contemporáneos (Giorgio Caproni, Wislawa Szymborska, Mario Luzi, Joseph Brodsky, Andrea Zanzotto, Erica Jong, etc).
Es en los años noventa cuando Lo Russo llega a su plena madurez artística y comienza la composición de su Poema, que, según una definición de la propia autora, es una novela alegórica en versos, desfachadamente autobiográfica, cuyos capítulos son en realidad “melólogos”, o sea composiciones con alta densidad fonosilábica. Recordamos algunas obras como Sequenza Orante y Gli angoli della bocca reunidos posteriormente en Comedia (Bompiani 1998), además de Penelope (d’if 2003) y Lo Dittatore Amore (Effige 2004). Protagonista de ese Poema alegórico es una Femmina Fonica (hembra fónica), o sea la Musa por excelencia de la tradición poética italiana que trata de adueñarse del logos de los Padres (de Dante a Pirandello).
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